Alberto N. A. Turra è un chitarrista, compositore e arrangiatore che si muove sulla scena italiana da oltre dieci anni.
Da molti anni alterna l’attività di chitarrista on stage con molti e diversificati progetti (Shanir Blumenkranz, Roy Paci-Corleone, Pierpaolo Capovilla, Giovanni Venosta, e Diego Mancino solo per citarne alcuni), a quella di compositore per il cinema, per il teatro e per la danza contemporanea.
Gli ultimi anni sono stati molto prolifici per Turra, soprattutto per quanto riguarda la musica per immagini in movimento, sia essa ad uso cinematografico, teatrale o di balletto. L’uscita nel corso del 2016 di due importanti film-documentari, il docu-fiction di Francesco Fei “Giovanni Segantini: ritorno alla natura” interpretato da Filippo Timi e “The Origins Of Music” dei messicani Daniel Arvizu e Sam Madrigal, è stata l’occasione che ha consentito al chitarrista milanese di mettere insieme il suo personalissimo e non convenzionale mondo sonoro, tracciando una linea importante da cui partire di nuovo con rinnovato slancio ed ambizioni. L’etichetta torinese Felmay, che con Turra negli ultimi anni ha intessuto una collaborazione importante sul fronte dei progetti di cui è band leader (Turbogolfer, Kabikoff, International Troubadours, Mamud Band e Nippon Eldorado), ha deciso di racchiudere l’urgenza creativa dell’autore in un lavoro il più selezionato e omogeneo possibile. Il risultato di questa meticolosa ricerca negli scaffali che contengono gli ultimi 15 anni di creatività sonora ha preso il nome di “Filmworks”. Lo stesso chitarrista descrive così l’accurato e difficile lavoro di mettere insieme brani scritti con visionaria libertà stilistica per progetti così diversi tra loro.
“Quindici anni di musica scritta –di fatto- su committenza non ti mette immediatamente nelle condizioni di cercare una coerenza d’ascolto al di fuori dell’opera per cui è stata scritta. Non è per niente detto che ‘quella’ musica abbia la forza di essere ascoltata fuori da ‘quel’ contesto ed è ancor meno scontato che i brani scelti, provenienti da mondi lontanissimi tra loro, riescano a formare una scaletta decente per un album. In questo senso la cernita è stata tecnicamente ed emotivamente un incubo: tecnicamente per la mole ed emotivamente per la storia.”
Il pericolo di avere un’opera sconclusionata e non omogenea è stato scongiurato dall’ottimo lavoro fatto in fase di compilazione. Il disco non risulta affatto frammentato nonostante la differenza stilistica tra la tradizione delle colonne sonore (“Seconda Lamentazione”, “Cellule”, “Dirottato Variazioni”), le suggestioni etniche (“Sakura”), il rock desertico di frontiera ispirato da Neil Young (“Irish Mississippi”, “Trevor”, “Otto Haiku sulla Morte”), riuscite sperimentazioni (le splendide “Dustin” e “Prima Lamentazione”), e due classici (riempitivi) come una versione quasi folk del “Bolero” di Ravel e una “Blue Velvet” cantata magistralmente da Sarah Demagistri.
“Filmworks” può essere allo stesso tempo un ottimo punto di arrivo ed un importante rampa di lancio per la carriera di un musicista tanto prolifico quanto capace non solo di sonorizzare immagini, ma anche e soprattutto di comporre ottima musica.

TRACKLIST
01. Otto Haiku sulla Morte (The First) 1:07
02. Seconda Lamentazione 3:16
03. Irish Mississippi 3:14
04. Cellule 4:56
05. Darvish 4:08
06. Trevor 4:35
07. Curfew Go Go Go 4:39
08. Dirottato Variazioni 1:11
09. Blue Velvet 1:16
10. Bolero 7:37
11. Sakura 4:56
12. Otto Haiku sulla Morte (The Third) 1:52
13. Dustin 5:19
14. Papa Legba is My Sensei 3:29
15. Prima Lamentazione 11:32
16. Col di Lana 6:51