Ho appena tolto una patina di polvere da un disco che anni fa girava abbastanza frequentemente sul mio lettore CD. Start Packing è stato l’esordio sulla lunga distanza di una band chiamata Run On, che nel 1996 metteva in pratica una mirabolante combinazione di improvvisazione e di affascinanti aperture pop, un suono tanto eclettico quanto stranamente accessibile. La band era formata dai coniugi Rick Brown e Sue Garner insieme ad Alan Licht e David Newgarden. Il gruppo era molto intrigante ma un anno più tardi, dopo un paio di EP, effettuò una brusca frenata. Licht ha continuato ad essere estremamente attivo come artista in bilico tra minimalismo e sperimentazione, mentre Brown e la Garner hanno saltuariamente collaborato con i Tortoise ed altre band post-rock prima di riapparire insieme nel 1999 con un album intitolato Still, dopodiché decisero di far perdere le loro tracce.
Quando il talento di Rick Brown sembrava ormai perduto, eccolo riapparire per incanto cinque anni fa. Galeotto fu l’incontro via MySpace (!) con il chitarrista Che Chen, un sodalizio talmente proficuo da decidere di formare un duo stabile chiamato 75 Dollar Bill. L’incrocio tra batteria, percussioni e fiati da una parte e la chitarra dall’altra incontra una crescente popolarità nei locali di Brooklyn, e finisce (dopo tre cassette autoprodotte) su un album intitolato Wooden Bag che vede la luce nel 2015 in 500 copie limitate. Un anno più tardi, ecco i due ampliare i loro orizzonti roots-blues, incidendo questo Wood/Metal/Plastic Pattern/Rhythm/Rock che stranamente è stato ristampato solo ora per il mercato europeo dalla Tak:til / Glitterbeat.
I due partono sciorinando un vorticoso interplay nei sette minuti di Earth Saw, una circolare e ipnotica danza dalle movenze arabe in cui i due dimostrano una notevole perizia tecnica tra le percussioni rotolanti di Brown e l’alternanza tra 6 e 12 corde elettriche di Che. Ad ampliarsi c’è non solo il linguaggio, ma anche la strumentazione. I due non si accontentano più di interagire tra di loro, e già dalla seguente lunga Beni Said accolgono il contrabbasso di Andrew Lafkas, il sax di Cheryl Kingan e la viola di Karen Waltuch per proseguire come una band allargata, proponendo un estatica visione che parte dalla psichedelia per proseguire aumentando l’intensità, trasudando suggestioni etniche fino a diventare quasi una danza celtica. I ritmi studiati e sincopati, sempre scelti con cura da Brown, si accavallano con la chitarra R&B di Che per una Cummin Falls eseguita di nuovo in duo. Durante la straordinaria conclusione di I’m Not Trying To Wake Up, i due si fanno di nuovo affiancare da Cheryl Kingan al sax e chiedono l’apporto della tromba di Rolyn Hu, cesellando quasi 15 minuti di travolgente bellezza.
C’è molto in questi quasi quaranta minuti di musica: tradizioni arabe ed africane, suggestioni blues e R&B tanto acustiche quanto elettriche, psichedelia e minimalismo, che vanno a creare un mondo di indiscutibile fascino e di suggestione ipnotica. Il tutto registrato e mixato da Tony Maimone, storico bassista dei Pere Ubu. Un disco dove l’istintività e l’improvvisazione vanno a braccetto con un raffinato ed elegante esercizio di stile eseguito alla perfezione, rendendo i 75 Dollar Bill una formazione assolutamente centrale per quanto riguarda i suoni altri.